Le
parole sono pietre, scrisse Carlo Levi. Ma anche piume, aggiungiamo noi della
Lazzarelli. Piume che accarezzano le morbide carni del lettore. A far combutta
con i sensi, tutti, in un portentoso spasso dell’intelletto.
D’altra
parte anche nella drammaticità, nella macabra afflizione della desolazione,
talvolta scorgiamo l’enfasi paradossalmente ridicola della disgrazia.
Rosa
Matteucci, con originale trasporto, narra di amicizia e amore. Indaga nella
dissimmetria dell’amore e indugia nelle pieghe della femminilità. Svela l’istinto,
le inquiete onde della passione, il dolore sopportabile delle parole e il vuoto
intollerabile del silenzio.
Mirabilmente
chiosa Carlo Fruttero questo racconto dolceamaro: “Una visione della vita così
disperata da sconfinare nella più grandiosa comicità”.
Rosa
Matteucci per Le donne perdonano tutto tranne il silenzio ha affilato le armi:
parole dense e intense, che torturano, definiscono, vibrano, piangono,
sorridono.
R.
Matteucci, Le donne perdonano tutto tranne il silenzio, Giunti editore.
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