lunedì 22 aprile 2013

La cultura si mangia!

Se oggi c’è una lettura urgente è questa: La cultura si mangia!, pamphlet dello scrittore Bruno Arpaia e del giornalista scientifico Pietro Greco. 

Risposta perfetta al tragico scivolone di Giulio Tremonti che con la sua uscita “con la cultura non si mangia” aveva dato pessima prova non solo culturale ma pure economica. 

Ecco, il libro di Arpaia e Greco è una grande occasione. Mai come ora dovremmo scuoterci dal torpore e dalla pigrizia intellettuale, tornare a essere protagonisti del presente e del futuro, avere a cuore il benessere nostro e del Paese. E, quindi, rimboccarci davvero le maniche per riappropriarci della essenziale dimensione umana di “crescita”. 

Possiamo sfuggire all’infelicità cui siamo destinati nella depressione di un’Italia ripiegata su valori francamente bassi e sfilacciati con un cammino nuovo che, ovviamente, dobbiamo imboccare in fretta. Non c’è davvero più tempo se non vogliamo consegnarci al declino. 

Lo sanno bene Arpaia e Greco che affrontano la dimensione culturale in chiave economica e sociale, come fonte di sviluppo e di “ricchezza”, come unica soluzione al disastro imminente. D’altra parte Arpaia e Greco tratteggiano le basi di una rivoluzione della struttura produttiva del paese, monito e suggerimento alla classe politica che dovrebbe guidarci fuori dalla crisi. 

“Gli unici beni che un Paese con un’economia sviluppata e una società avanzata possono oggi produrre in maniera competitiva sono quelli ad alto valore tecnologico aggiunto. Anzi, ad alto <tasso di conoscenza> aggiunto”. 
Il nostro Paese, è evidente, patisce un’arretratezza enorme. Vogliamo muoverci per colmare il buco prima che sia troppo tardi? 

La cultura si mangia!

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