Cristina
Parodi, in esclusiva per Libreriamo il social book magazine diretto da Saro
Trovato, spiega che la tv non è un media che predilige cultura e libri perché questi
non portano ascolti e quindi non racimolano pubblicità.
Effettivamente
la televisione è vissuta dal pubblico come fonte di un flusso di conoscenze, di
svago o di piacere molto diverso da quello che tradizionalmente si collega ai
libri. Ma, al di là di questa abitudine di approccio, crediamo anche ci sia una
ragione più sottile, difficile da sondare e da esprimere.
La
lettura è un fatto molto “intimo”, ecco. Non è così naturale trasferire la
dimensione e le atmosfere del legame tra lettori e libri in un programma tv, in
un contesto di commento, confronto, approfondimento.
D’altra
parte anche gli incontri con gli autori, le presentazioni di libri, i dibattiti
pubblici in tema letterario non registrano spesso clamorose partecipazioni e
speciali entusiasmi. Non attirano le folle oceaniche che si riuniscono per un
concerto o le code che si vedono al cinema per l’uscita di un film molto
atteso.
Anzi.
Talvolta passano in sordina anche davanti a autori eccellenti e a capolavori.
Le
vendite poi dimostrano che in realtà i libri vengono acquistati e letti assai
più di quanto si potrebbe immaginare dallo scarso successo degli eventi che li
riguardano. E questo sembra proprio confermare che i lettori non vogliono
intermediari e parole che intervengano sul libro: vogliono il libro e basta! Diciamo
che scelgono una relazione esclusiva e diretta…Però se con l’opera questo è più
facile da capire e accettare, con lo scrittore le motivazioni e i meccanismi
sono più sfuggenti.
Perché
amiamo andare a vedere e sentire una band, un cantante, un musicista e invece “ci
annoia” o almeno non ci travolge di euforia l’appuntamento con lo scrittore che
adoriamo?
Sospettiamo
che la recondita e un po’ inconscia motivazione non sia propria gloriosa…Gli
scrittori nell’immaginario collettivo non sono star! Non hanno l’appeal dell’attrice
e neanche quella del divo tv o del calciatore o della soubrette, per
intenderci. Sono stimabili ma non seducenti. Purtroppo non possiamo stupirci. E’
il portato del nostro tempo, del nostro costume.
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