lunedì 12 novembre 2012

Il sesso dei libri


Non è il caso di  mettere in discussione che libri sia il plurale di un sostantivo maschile, per carità.
Quello che ci preme ora è altro. Da attenti lettori e librai, noi della Lazzarelli, abbiamo infinite volte colto un sesso dei libri. Oltre a quello nei libri, s’intende. Non solo un sesso delle parole e delle trame, un sesso dei risvolti, un sesso dei tempi. E ben oltre lo stile. Qualcosa di più, ecco. Un sesso che imbeve il libro. Un sesso che annusi e riconosci da qualsiasi distanza. Non è la mano dell’autore o dell’autrice. Forse è l’identità della storia. Il tono del passo. L’atmosfera del contesto. Forse.
O è qualcosa di più. E’ un’energia carnale, appunto. Di caratteri e forme. Questione di odori anche. Perché ci sono libri che emanano forte un richiamo, che trasudano timbri. Un’inspiegabile alchimia se non narrano storie d’amore e non sono venati di pathos erotico…D’altra parte ecco che è proprio in certe pagine neutre che prorompe il sesso. Come un istinto, un tratto incontenibile.
Non è la vicenda a sussurrare sesso, è la combinazione di momenti, personaggi, aggettivi, luoghi. Come se tutta insieme la miscela sparasse frecce.
Sono libri che seducono e non sai perché. Libri che eccitano e non sai perché. Libri che spogliano e non sai perché. Ma ti abbandoni. E ti lasci accarezzare.

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