Arto
Paasilinna ci trasporta in una lettura fitta e surreale in sella al passato, al
presente e al futuro. Con un racconto ironico, variopinto, assurdo ma non
troppo, si può osservare la farneticazione della nostra civiltà, prendere il
largo e cercare un’oasi felice per ricominciare.
Il
mondo è travolto da catastrofi. Scoppia la terza guerra mondiale e finisce in
frantumi mezzo pianeta. E in un contesto così drammatico il vecchio comunista “bruciachiese”
Asser Toropainen in punto di morte destina tutti i suoi beni alla costruzione
di un tempio. Il clamoroso colpo di scena porta il nipote, incaricato di
eseguire le volontà del defunto, non solo ad esaudire l’ambizioso progetto ma
anche a fondarci intorno una vera comunità, una nuova comunità fuori dalle
regole e dai costumi del resto della terra.
In
mezzo ai boschi della Finlandia nasce un’avventura di passione, saggezza e
delirio che riconcilia con la natura e la verità dell’esistenza e degli uomini…
L’Utopia
di personaggi bizzarri e geniali, la forza di spezzare le catene del
conformismo inutile, la libertà da ideologie e consumismo salva quel luogo di
gente laboriosa e gaudente. Mentre New York è sommersa dai rifiuti, Parigi
finisce sott’acqua, l’Europa intera è avvolta da una nube tossica, l’Asia
sparisce, l’eremo silvestre godeva di ottima salute.
Arto
Paasilinna burla quello che siamo diventati e lo fa con ferocia allegra e
garbata, consegnandoci una storia di un domani possibile almeno per i sognatori
di buona volontà. Tutto intorno alla grande chiesa voluta da un “bruciachiese”!
Perché
con buon senso, misura, tenacia, autocritica e una buona dose di fantasia la
comunità silvestre fondata da Eemeli Toropainen, nipote del vecchio comunista e
anch’egli miscredente, diventa una dimensione innanzi tutto “spirituale”.
Nessun commento:
Posta un commento