sabato 10 novembre 2012

Risorse disumane


Un romanzo che si legge d’un fiato. Complice il contesto ma merito anche dello stile.
In tempi di crisi economica e di dilaganti problemi di disoccupazione occorre pure una chiave ironica per resistere, capire, interrogarsi, ribellarsi. O semplicemente per leggere una storia.
L’umore è nero, l’ansia è alle stelle e quasi si fatica a orientarsi tra rabbia, desolazione, speranza. D’altra parte c’è anche tutta quella sospensione tra realtà e ragioni, tra passato, presente e futuro, tra illusioni e errori, tra odiose degenerazioni, umane miserie e buchi neri che ci ostinavamo a vedere pagine bianche.
Marina Morpurgo scrive Risorse disumane proprio con la velocità della quotidianità improvvisamente travolta da un licenziamento. Tre impiegate catapultate fuori dal mondo del lavoro possono superare vergogna e sconforto, trasformarsi anche in killer, sognare almeno di regolare i conti con l’assenza di scrupoli del manegement.
Il racconto in verità, atrocemente se pur comicamente, svelerà che il lupo perde il pelo ma non il vizio e che le logiche, ferree, della convenienza e del profitto, valgono a qualsiasi latitudine…
Più di questo non possiamo svelare, leggetelo! E’ il libro di una sera, piccolo, scorrevole, graffiante, simpatico. Magari aiuta a sdrammatizzare.

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