E’
un viaggio nella memoria, nel costume, nella storia.
Malinconico,
forse. Ma con l’ironia e la poesia di Guccini può diventare anche uno spaccato
brillante di scoperta o riscoperta, un bagno di emozioni, un divertente stimolo
alla ricerca…
Può
essere un gioco da strada, o il telefono in duplex, magari un oggetto, un’abitudine
o un’espressione: qualcosa che è scomparso o abbiamo ritirato in soffitta, un
utensile travolto dalla modernità, una parola sostituita da un neologismo, un
piacere sotterrato dalla fretta o dall’incuria.
E
di questo Dizionario alla fine i lettori sono grati a Guccini almeno per due
motivi: uno perché salva tutto e lo consegna almeno album dei ricordi, l’altro perché
fa rivivere tempi che rischiamo di dimenticare.
Per
i giovani poi è un ottimo manuale delle nostre radici, il mezzo per sapere cosa
c’era o cosa facevamo quando loro ancora non c’erano. E il passato serve,
credete a noi della Libreria Lazzarelli. Serve al presente e al futuro.
Un
grande Francesco Guccini.
Certo che serve il passato, sottoscrivo. Bravo Guccio.
RispondiEliminap.s. consiglio di tolgliere il captcha
Urca...si si lo tolgo!
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