Altro
che post. C’è materiale per due trattati, uno su Carlo Levi e uno sugli animali
nella letteratura. Ma qui è già meraviglioso diffondere almeno spunti e
pensieri.
Scegliamo
la straordinaria attualità di Carlo Levi nelle cui opere, in letteratura come
in pittura, gli animali sono una presenza costante e significativa. Lo sono per
l’acuto e sensibile realismo di Levi ma, forse soprattutto, in quanto
riconosciuti da lui come espressione essenziale della originaria condizione
dell’esistenza. L’umanità profonda e sottile dell’approccio sociale di Levi
trova nella natura e negli animali l’essenza vera del percorso della vita e
proprio la contiguità tra mondo umano e mondo animale (talvolta al limite
dell’identità, come in Cristo si è fermato a Eboli) che egli indaga con illuminata
libertà emotiva è la ricca fonte di una grande riflessione culturale, artistica
e politica.
Levi
conosce e tocca la “compresenza dei tempi” tra due modelli sociali distanti,
uno sempre più lontano dalle radici e l’altro, quasi in virtù della condanna
all’arretratezza e alla miseria, che conserva la linfa della terra.
Non
c’è dipinto e non c’è scritto di Levi che non abbia traccia della sapienza
antica di quella verità che lo spirito bestiale svela, in qualsiasi forma.
D’altra parte il viaggio di Levi è proprio la stupefacente ricerca di noi
stessi attraverso ciò che più appartiene al senso dell’universo.
E’
doloroso, per l’ammirazione e l’affetto che ci lega a Carlo Levi, il dovere
della sintesi che mortifica la sua lezione spirituale e civile, però ci basta
sperare che rievocare l’importanza e la grandezza di quello che ci ha lasciato
sia stimolo per tutti, affinché non abbia mai a perdersi.
Illuminante
è Le ragioni dei topi. Storie di animali (Carlo Levi, Donzelli editore).
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