Come
lettori avremmo parecchio da disquisire sulle definizioni ma, come librai,
possiamo certamente parlare di un “filone gay” che si fa larga strada nella
nuova narrativa.
Letteratura
gay può riferirsi agli autori o ai contenuti ma, comunque, è un tipo di
classificazione a fiato davvero corto. D’altra parte, come banalmente non tutto
il male viene per nuocere, così un’individuazione discutibile può rivelarsi,
almeno ce lo auguriamo, apertura culturale finalmente libera.
Insomma,
paradossalmente, se serve a “incuriosire” si può accettare. Cosa non si farebbe
per allargare gli orizzonti mentali !!!
Le
proposte editoriali sono molte e tutte veramente interessanti. Iniziamo con
“Goditi il problema” che, già dal titolo, strizza amabilmente l’occhio ai
lettori. Perché il punto di partenza, accidenti, è proprio lì, nel “problema”.
Ovvero nella scoperta e nella relazione con la scoperta. Intendiamo la
“scoperta” sessuale, quella che diciamo della “diversità”.
Sebastiano
Mauri, con una scrittura secca, a tratti ironica, sempre elegante, narra di Martino,
che vola dall’hinterland milanese di un’agiata e bizzarra famiglia alla New
York del cinema che lo affascina, in un rocambolesco percorso dalla latenza
alla presa di coscienza.
La
miccia è accesa dalla defaillance con una top model. Allora, tra flashback, improbabili
occasioni di lavoro, rivisitazione dei sogni e morsi della confusione, incontra
il giovane attore Alejo e con lui l’amore. Ma anche la psicanalisi, il dolore,
la fatica di “accettarsi”. E’ un cammino tortuoso dove tutto ribalta tutto,
dove le forze sembrano esserci solo per portare a chissà quale svolta, a chissà
quale salvezza, a chissà quale soluzione.
E’
questo che capita quando ci sentiamo in un tunnel, quando affrontare e superare
qualcosa ci sembra l’unica condizione che possa farci stare meglio, quando
rincorriamo affannosamente risposte o una situazione che non urli domande.
“Pensa
a cosa desideri, non a dare un nome a quello che desideri”, così lo esorta l’analista.
Accade
l’imprevisto e Martino capisce che tutte le tappe, nel disordine, nel piacere,
nel tormento, sono la vita stessa con tutto il suo mistero, con la sofferenza e
la felicità.
Solo
con questa consapevolezza e percorrendo il viaggio possiamo conoscere chi
siamo. E Martino riuscirà a farlo…riuscirà a godersi il problema, ecco.
In definitiva gli schemi, tutti, sono solo una trappola.
Ottima
esortazione per noi tutti.